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della rivoluzione di roma | 351 |
Con questa, o signori, la libertà tornerà a vantaggio di tutti; con questa avranno sviluppo le ottime leggi, le larghe riforme, i sapienti istituti. Ammaestrati da lunga e penosa esperienza, sostenitori della santa religione, che ha sede in questa città, avrete a sperare che nessuna pienezza di beni vi verrà negata da Dio per poter meglio emulare la gloria dei vostri maggiori.»1
Questo discorso è quello che si lesse, ma non è quello che dovevasi leggere, e che era stato elaborato dal Mamiani. 11 papa lo aveva racconciato facendovi delle correzioni, le quali non quadrando nè al Mamiani nè agli altri ministri, accadde che mentre nientemeno sfilava già la processione, si recassero in corpo i ministri stessi al pontefice per annunziargli non acconsentire a quel discorso, quale era stato modificato dalla stessa Santità Sua. Aggiunse il Mamiani che avrebbe letto il suo discorso nel primo giorno di tornata legale, siccome fece realmente, e che trascriveremo in appresso.
E in seguito di ciò l’Altieri compose quello che abbiam riportato, e che si ebbe in vista di rendere semplicissimo e scevro il più che si potesse di color politico.
Sembra che il papa, corrucciatosi non poco della opposizione fattagli sopra tutto in tali strettezze di tempo, perchè involgente le apparenze di una coazione morale, licenziasse i ministri assai bruscamente.
In conseguenza di questo trattossi perfino della rinunzia del ministero in massa, ma il papa impose a’ ministri di restare in officio. Ed a tal punto giunsero le acrimonie fra il sovrano ed il ministero laicale, che come il primo non avea voluto menar buono il discorso preparato dal ministero, non vollero i ministri menar buona al pontefice la legge sulla stampa che con pontificio motu-proprio del 3 fu promulgata ed il giorno 4 esibita in atti dell’Appolloni. Ciò fecero ma con loro torto manifesto: imperocchè il pon-