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nelle, passando per la piazza dei santi Apostoli, per quella di Venezia e quindi per la via Papale.

Componevasi il suo corteggio nel modo seguente:

Un drappello di dragoni a cavallo.

Altro di carabinieri parimente a cavallo.

Banda musicale dei vigili, e due legioni dei medesimi.

Due di guardie capitoline.

Due di guardie palatine.

Due di guardie civiche.

Le quattordici bandiere dei rioni scortate dalla civica.

Veniva quindi la carrozza di gran gala dell’eminentissimo Altieri accompagnata dalla guardia svizzera, cui teneva dietro una legione civica.

Seguivano poi tre carrozze del cardinale con prelati della corte di Sua Santità, scortate dalla civica, ed altre carrozze formanti il corteggio del cardinale, il quale chiudevasi con due battaglioni di civica ed uno di linea.

Giunto al palazzo della Cancelleria, venne ricevuto dalle deputazioni dei due Consigli, e quindi introdotto nella grande sala delle adunanze. Un usciere annunziò l’arrivo del delegato di Sua Santità: levaronsi in piedi i Consiglieri, e il cardinale sali sul seggio destinatogli. Invitati a sedersi i membri dei due Consigli, lesse sua eminenza ad alta voce il discorso che ripeteremo qui sotto.

Erano presenti all’atto solenne i ministri di Sua Santità, il senato romano, il corpo diplomatico, alcuni prelati, una parte dell’eletta cittadinanza, e molte dame italiane e straniere.

Il cardinale dopo letto il discorso, dichiarò aperta la sessione.

Il ministro della giustizia invitò per l’indomani i due Consigli a riunirsi per sentir la lettura del programma del ministero, ed occuparsi quindi degli affari dello stato, purchè si trovassero in numero sufficiente, non essendo ancor giunti nella capitale tutt’i membri che vi dovevano prender parte.