![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
322 | storia |
vevansi proseguivano a riuscire se non del tutto favorevoli, onorevoli per certo al valore italiano. E di fatti gli Austriaci avendo il 20 e il 21 di maggio assalito i nostri a Vicenza, ne vennero respinti con molta perdita degli assalitori.[1]
Il 29 si aperse il campo ai Toscani ed ai pochi Napolitani con essi rimasti, di sostener l’onore delle armi italiane nel combattimento di Curtatone e Montanara, nel quale cinque o sei mila Italiani quasi tutti novizi nell’arte della guerra, sostennero l’urto di un numero di Austriaci due o tre volte maggiore. I Toscani sussidiati dai pochi Napoletani si condussero valorosamente, e cedettero soltanto al numero ed alla superiorità della perizia militare degli avversari. La loro ritirata fu è vero disordinata: ma quanto al coraggio col quale pugnarono, riscossero gli elogi dello stesso Veterano austriaco che ne dettò la storia e ci raccontò quanto appresso:
«La nostra perdita fu di otto ufficiali e ottantacinque soldati morti, ventotto ufficiali e quattrocentonovantuno soldati feriti; sessantatrè furono gli sbandati. La perdita del nemico non ci è nota precisamente, ma stante la valorosa difesa fatta (dobbiam rendergli questa giustizia) ella debb’essere stata assai considerevole. Furono fatti prigionieri quattro ufficiali di stato maggiore, cinquantanove ufficiali superiori e duemila soldati, e furono conquistati cinque cannoni e cinque carri di munizioni.»[2]
- ↑ Vedi il Supplemento dal n. 95 della Gazzetta di Roma ov’è il rapporto del generale Durando, ed il n. 97 della detta Gazzetta ov’è l’altro rapporto del medesimo.
- ↑ Vedi Memorie della guerra d’Italia degli anni 1848-1849 di un Veterano austriaco, vol. II, pag. 25 e 28. — Vedi Ranalli vol. II, pag. 411. — Vedi Storia delle guerre d’Italia dal 18 marzo 1848 al 28 agosto 1849. Roma, 1851, pag. 140. — Vedi il rapporto del generale Laugier nella Gazzetta di Roma del 3 giugno 1848, pag. 402. — Vedi Farini, terza edizione, volume II, pagine 191. — Vedi Vecchi Augusto, La Italia, storia di due anni 1848-1849. Torino 1856, vol. I, pag. 176.