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della rivoluzione di roma | 303 |
e in alcuni collegi nemmeno un quarto, siansi recati a prendere il primo possesso di cittadinanza libera, a inaugurare il primo fatto di grandezza sociale in Roma.1»
Finalmente però riunitisi in numero i collegi elettorali fecero cadere la scelta sui seguenti deputati per Roma:
1.° | collegio, | principe don | Marcantonio Borghese. |
2.° | » | avvocato | Pasquale De Rossi. |
3.° | » | avvocato | Giuseppe Lunati. |
4.° | » | conte | Terenzio Mamiani. |
5.° | » | avvocato | Francesco Sturbinetti. |
6.° | » | avvocato | Felice Ciccognani.2 |
I primi cinque eran proposti dall’Epoca ossia dal partito Mamiani. L’ultimo, ch’ebbe per competitore l’avvocato Carlo Armellini, era portato dal ceto dei legali, il quale simpatizzava più pel Ciccognani che per l’Armellini.
II partito Mamiani dunque trionfò per cinque sesti sulle elezioni di Roma; ed il ceto degli avvocati che ne ebbe quattro su sei fra gii eletti, ottenne sugli altri la prevalenza.
Anche nelle provincie si procedette regolarmente alle elezioni, fino al compimento del numero degli elegibili. Daremo la lista tanto dei deputati quanto dei membri dell’alto Consiglio in fine del presente capitolo, e prima d’intertenere i nostri lettori sull’apertura di amendue i Consigli.
Pur tuttavia se Roma fosse stata tranquilla, se non avesse attirato nel suo seno speculatori politici di ogni colore, e se l’Italia non si fosse trovata in istato di guerra, sarebbesi potuto sperare che si occupasse con calma dello svolgimento della vita costituzionale, e ad essa rivolgessero i Romani la loro attenzione.