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Essendo il Mamiani conosciuto in Roma più come poeta che come politico, non avendovi fatto siccome il marchese Massimo d’Azeglio una lunga permanenza, non era cognito se non che agli uomini che frequentavano i circoli, ed in ispecie il circolo romano; non crediamo quindi che fosser molti i Romani cui interessava di prendere lezione di costituzionalismo dal Mamiani, nè che il Mamiani si mettesse molto in pena di frequentar le adunanze, non essendo colà le sue predilezioni. Esso era sviceratamente amante de’ suoi studi prediletti, e teneva in cima de’ suoi pensieri l’Italia, la sua. politica rigenerazione, e innanzi tutto il discacciamento degli Austriaci dal patrio suolo. Noi non crediamo neppure che ponesse molta fede nella stabilità del sistema rappresentativo in Roma, e riteniamo che lo prendesse piuttosto sotto l’aspetto di esperimento o di scala per salire quando che fosse più in alto. Quanto poi all’attener le promesse, non ci sembra che ne desse un buon saggio quando nel settembre 1847 nell’implorare di esser messo a parte dei benefici dell’amnistia, prometteva fedeltà al pontefice e rispetto alle sussistenti leggi, e nel giugno del 1848 bandiva nelle celesti regioni il pontefice, lasciandolo arbitro soltanto di pregare, benedire e perdonare.

Comunque si voglia, siccome mediante la tribuna andavasi a schiudere al Mamiani il campo per isvolgere qualunque si fossero le sue dottrine, egli è chiaro che il momento non poteva presentarsi più per lui propizio; essendochè trovossi a capo del reggimento costituzionale che Pio IX concesse. Al qual proposito ci piace notare che non manca chi abbia sostenuto cogli scritti che come papa, e trattandosi degli stati della Chiesa, non avrebbe nè dovuto nè potuto farlo.1 Aveva il Mamiani nella impresa di educare i Romani al sistema costituzionale un valido appoggio nel professor Francesco Orioli.


  1. Vedi Mario Felice Peraldi monsignore Mario Felice, Discorso sulla secolarizzazione del governo pontificio, Bastia 1858, parte prima: Questione di diritto.