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della rivoluzione di roma | 299 |
goziati col pontefice, venne dal medesimo incaricato di comporre un ministero. Vi riuscì il 3 di maggio, ed appellossi il ministero Mamiani, nel quale come si sa, ebbe il portafoglio dell’interno.
Apertisi successivamente i due Consigli, esso pronunziò in quello dei deputati il suo discorso, nel quale si disse di avere egli posto il papa fra le nuvole per pregare, benedire e perdonare; ma di ciò, per non confondere tanto le date, terrem proposito a suo luogo e tempo, domandando intanto perdono ai nostri lettori se nel parlare di Mamiani, abbiam dovuto ripetere quelle cose stesse che già avevamo narrato.
Era il Mamiani dotato di molto ingegno: il suo stile è terso ed elegante, salvo che tende un poco al trascendentale pei concetti, e al ridondante (che alcuni direbbon frondoso) per il modo di esprimerli. I suoi versi sono assai stimati, ed egli, cosa non comune in un uomo dedicato alla politica, era assai versato nelle filosofiche discipline.
Citeremo fra le sue opere quelle che conosciamo e che possediamo, e sono:
1.° Del rinnovamento della filosofia antica italiana. Firenze, 1836, in-12 un volume.
2.° Lettere intorno alla filosofia del diritto e singolarmente intorno alle origini del diritto di punire. Firenze, 1844, in-8 un volume. .
3.° Dell’ontologia e del metodo. Firenze, 1848, in-12 un volume.
4.° Poesie. Italia, 1849, in-12 un volume.
5.° Scritti politici. Firenze, Le Monnier, 1853, in-12 un volume.
Dati questi pochi cenni sull’uomo che assunse il potere in Roma, restaci a parlare dell’indirizzo che dette alla cosa pubblica per ciò che concerne massimamente il ’sistema costituzionale, nel quale i Romani avevan bisogno di essere ammaestrati da chi era versato in siffatte materie.