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della rivoluzione di roma | 285 |
sime facoltà per deliberare e decretare intorno agl’interessi comuni della nazione.
»In generale poi si dee procacciare che le relazioni di fratellanza e di unione fra i diversi stati italiani aumentino di giorno in giorno siffattamente, che tutti essi confondano ognora più l’autonomia propria nella comune, e giungasi infine al temperamento migliore della varietà con l’unità e dell’azione libera individuale con l’azione omogenea e disciplinata delle moltitudini.
»§ 10. Per ultimo circa alla politica nostra per rispetto alle altre nazioni, si desidera che sì ogni governo particolare e sì la Dieta italiana vogliano
»1.° Concorrere alla ricognizione e ricostruzione delle nazionalità conculcate e smembrate.
»2.° Stringersi d’amicizia sincera coi popoli liberi e serbare coi govetni assoluti le relazioni sole che la pace universale e gl’interessi del commercio richieggono.
»3.° Confidare in se medesimi e- non negli aiuti e promesse d’alcuno straniero.
»4.° Promuovere un patto nuovo e un nuovo solenne trattato fra i popoli conforme ai veri interessi di ciascheduno di loro e ai principi naturali e perpetui del diritto internazionale.
»5.° Con l’Austria non transigere mai e non fermare la pace finchè le Alpi non segnino da ogni banda i confini d’Italia dal Varo al Brennero, e da questo al Quarnero.
»Infine la diplomazia nostra divenga degna di una nazione libera e grande e che ricordi la romana magnanimità. Fugga le dissimulazioni e gl’inganni, mostrisi tanto moderata quanto risoluta e animosa, così franca ed aperta,, così popolare e generosa come avveduta, pronta ed imperturbata.
»La guarda civica in fine desidera che il nuovo ministero faccia conoscere al pubblico di qual natura siano i provvedimenti presi dal governo per mettere i nostri