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popolo. Ma questo estremo progetto non fu adottato stante gli sforzi del Mamiani.1

Parecchi cardinali intanto venivano insultati, e fra questi più acerbamente il cardinale Della Genga. Il duca Salviati però, che era colonnello del 4° battaglione civico, si mosse co’ suoi militi per proteggerlo.

Altri cardinali eran guardati a vista dai civici, e fra questi citeremo Ostini, Ugolini, Gazzoli; parecchi altri fra i quali Antonelli, Lambruschini, Gizzi, Patrizi, Ferretti e Mattei eransi rifugiati presso il Santo Padre al Quirinale.

Nella sera il papa commise al principe Rospigliosi, generale della guardia civica, di prendere con sè il Cardinal Bernetti che era nel palazzo della Cancelleria; ma i civici di guardia, infranta la militar disciplina, e dimenticando ad un tempò che il Rospigliosi era loro capo e oltre a ciò messo speciale del loro padre e sovrano, non solamente vi si opposero, ma (sentiamo ribrezzo nel riferirlo) fecer mostra di spianare contro il medesimo i fucili. Bella riconoscenza fu questa della guardia cittadina verso il pontefice che aveala generosamente istituita!

Le cose per noi accennate fin qui possono dare una idea, ma neppur chiara abbastanza, dello stato di sbigottimento e di perturbazione in cui Roma versava in quel giorno terribile. Circa poi all’utilità della guardia civica, o meglio al danno della sua esistenza, basta aver letto quanto precede per farne giudizio.

Verso la sera si pubblicò al solito la Gazzetta di Roma, nella prima pagina della quale leggevasi quanto segue:

«Il ministero ha umiliato la sera del 29 aprile la sua dimissione al trono di Sua Santità.

» La Santità di Nostro Signore ha accettato questa dimissione, ed ha date disposizioni per la formazione di

  1. Vedi nel giornaletto intitolato il Casotto dei burattini del 1 maggio 1848, una litografia rappresentante detta celebre riunione ove i ritratti dello Sterbini proponente, e del Mamiani ed Orioli avversanti il progetto di un governo provvisorio, chiarissimamente distinguonsi.