Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
260 | storia |
[Anno 1848]
Fin dal 30 di aprile gli animi di molti tra i Romani esterrefatti e concitati, non sapevano a qual partito appigliarsi: tanto la lettura dell’allocuzione pontificia aveali perturbati. Molti altri però dieronsi subito a ricercare consiglio ed appoggio sul da farsi in una cosa di così grave momento.
E già fino dalle dieci antimeridiane vedevasi il Corso brulicar di gente, intanto che i vari circoli e casini di Roma, non che il comitato di guerra il quale si era testè formato, riunivansi nel casino dei commercianti al palazzo Theodoli. Il ministero poi diceva apertamente di voler essere autorizzato ad emettere una dichiarazione di guerra, senza di che avrebbe persistito nell’offerta in massa della propria, dimissione.
Il pontefice fece chiamare a sè i due generali della civica principe Rospigliosi e duca di Rignano, i quali esposto lo stato di fermento della città, scongiurarono il Santo Padre a provvedervi con una determinazione che soddisfacesse al voto universale.