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venisse sempre più divisa per discordie ed intestine fazioni. In quanto a noi torniamo a dichiarare che il Romano Pontefice rivolge tutt’i suoi pensieri, cure e sollecitudini, peròhè vie maggiormente si dilati il regno di Cristo, che è la Chiesa, e non già perchè si estendano i confini del principato terreno, di cui la divina Provvidenza volle dotata questa Santa Sede, affine di poter sostenere la dignità sua, ed esercitare liberamente il supremo apostolato. S’ingannano dunque a partito coloro i quali pensano che il nostro animo possa essere sedotto dall’idea di un più esteso temporale dominio, per gittarci così in mezzo ai tumulti della guerra. Oh quanto mai sarebbe di conforto al paterno nostro cuore, se ci fosse dato coll’opera, colle cure e fatiche nostre contribuire in qualche modo ad estinguere i fomiti delle discordie, a conciliar gli animi de’ belligeranti, e ricondurre fra essi la pace!

» Intanto mentre ci fu di non lieve conforto l’apprendere che non solamente in più luoghi d’Italia, ma anche fuori di essa, in sì grande concitazione delle pubbliche cose, i fedeli, nostri figli, non vennero meno al debito rispetto verso la religione ed i sacri ministri, tuttavia profondamente ci duole che tale rispetto non siasi ovunque osservato. Nè possiamo finalmente astenerci dal deplorare innanzi a voi quella funestissima consuetudine, invalsa specialmente ne’nostri tempi, di stampare perniciosi libercoli d’ogni sorta, coi quali o si fa una guerra atrocissima alla nostra augusta religione ed alla sana morale, o si eccitano civili turbolenze e discordie, o si attentano i beni della Chiesa, e se ne oppugnano i più sacri diritti, o con false accuse là fama pur anche si lacera di persone specchiatissime ......

» Tutto questo abbiam creduto oggi di comunicarvi, venerabili fratelli. Resta ora che nella umiltà del nostro cuore porgiamo unanimemente continue e calde preghiere a Dio ottimo massimo, perchè voglia preservare