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della rivoluzione di roma | 243 |
si venne praticando; cosicchè da questo lato ancora Roma veniva suicidandosi ed aprendo la strada a quegl’inconvenienti che più tardi si svolsero. Crediamo su ciò di aver detto abbastanza.
Tra le cose più memorabili che occorsero nella seconda quindicina di aprile dovremo notare che il giorno 17 venner tolte le porte del Ghetto. La nostra Gazzetta, ne dava l’annunzio colle parole seguenti:
«Iersera, per superiore disposizione, fu tolto affatto il recinto che segregava gl’israeliti dagli altri cittadini.»1
Fu pubblicato poi un foglietto dagli uomini della rivoluzione con un disegno rappresentante una porta e al di sotto questa iscrizione:
- «Vicino è il dì che del gran Pio la voce
- » Trarrà ogni gente ad adorarti, o Croce.
- » Viva l’Italia. Viva Pio IX. Viva Carlo Alberto.»2
Nel medesimo foglietto si raccontava con esultanza l’atterramento delle porte che precludevano il claustro israelitico, e lo separavano dal caseggiato di Roma.
Il giorno 23 sacro alla Pasqua di resurrezione, la civica concorse peT la prima volta ad accrescere il decoro della solennità pasquale al Vaticano.3
L’altra cosa di grave momento, occorsa in quel periodo, fu la riunione del comitato dei circoli ch’ebbe luogo in Roma il giorno 21 di aprile (giorno anniversario del natale di Rotila) per le elezioni dei deputati.
Diremo a questo proposito come passaronsi le cose.
L’idea venne suscitata dal professore Orioli, il quale propose che si stabilisse un comitato preparatorio per influire moralmente sugli elettori. Ad ottenere questo scopo