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verno, e quanto al resto, per il monte di pietà ed il banco di santo Spirito. Dal momento poi della emissione a quello della estinzione avrebber goduto dell’interesse del 3.60 per %.

Questo temperamento parve in allora non solo necessario ma proficuo, perchè tendente a rialzare il credito del governo e della banca, e far cessare la perturbazione e la diffidenza nel l’animo dei cittadini, pei quali la banca era di grande aiuto nejle loro transazioni commerciali.

Intanto è verissimo che così fatti boni vantaggiavano la situazione momentanea, ma non tanto però quanto credevasi; imperocchè molti di essi lungi dall’aumentare la circolazione, in che consiste la ricchezza degli stati, erano acquistati da capitalisti in esteri paesi, i quali senza nè rischio nè cura veruna li riponevano nei loro scrigni attendendo che se ne maturassero i frutti, ed intanto venivano acquistando la speranza di potersi prendere un giorno un qualche pezzo di terra nel fertilissimo stato pontificio, quantunque ritenessero i boni sotto chiave.

Di cotal guisa, tolti dalla circolazione dello stato cui apppartenevano, non costituirono un vero capitale circolante. Ed era cosa molto comoda e seducente in quei momenti di perturbazione e sfiducia di porre in luogo sicuro delle carte, e senza avventurarle al rischio delle speculazioni, vederne accrescere giornalmente il valore non solo, ma poterne calcolare a capello l’aumento.

Per queste ragioni adunque di poco o nulla avvantaggiarono il commercio essendo boni di una natura totalmente eccezionale, e da costituire piuttosto un’industria o rinvestimento a capo salvo per quelle ragioni che di sopra abbiamo sviluppato.

Non istaremo nulla a ridire della ferita che facevasi al diritto sacrosanto della proprietà, e dell’adito che aprivasi allo spoglio delle comunità religiose, la qual cosa per verità in tutti i paesi ove la rivoluzione stampò le sue orme,