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«Alla qual misura più presto si arriverà e minore sarà il danno pel nostro stato nell’attuale crisi universale di Europa. Il pubblico aspetta con impazienza che si adempia alla promessa fatta di questa seconda ordinanza ministeriale, e ripone ogni fiducia in quei ministri che, portati al governo dal voto universale, non hanno tradita in alcun modo la fiducia del popolo.»

La seconda ordinanza che tanto era a cuore del Contemporaneo, poichè tendeva a vulnerare i beni del clero, era decisa fin dal 25 aprile, ma stante la rinuncia del ministro delle finanze monsignor Morichini al quale sottentrò in quel carico il principe Annibale Simonetti, non fu fatta di ragion pubblica che il 29 portando la sottoscrizione del laico principe, e non quella di monsignor Morichini arcivescovo di Nisibi. Si disponeva con essa quanto appresso:

«Saranno creati ed emessi, sino all’ammontare di due milioni e mezzo di scudi, tanti boni del tesoro che avranno corso come moneta legale, e saranno accettati in pagamento dell’imposta e di ogni altra obbligazione sì pubblica come privata al loro valore reale e nominale, identico a quello del danaro contante, e non ostante qualsivoglia convenzione in contrario.»1

Detti scudi due milioni e mezzo erano divisibili in 10 serie di 250 mila l’una, dalla lettera A alla lettera L, ed in 5 categorie come segue:

di Scudi 100 Boni 1000 Scudi 100,000
» 50 » 1500 » 75,000
» 20 » 2500 » 50,000
» 10 » 1000 » 10,000
» 5 » 3000 » 15,000
Scudi 250,000

I due milioni e mezzo avrebber dovuto servire, quanto a due milioni, per la banca romana e pei bisogni del go-

  1. Vedi la Gazzetta di Roma del 29 aprile 1848, pag. 294.