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o che sia vicina una rivoluzione generale, All’improvviso e senza motivo alcuno una folla straordinaria si è portata alla banca romana per cambiare in contanti i suoi biglietti. Questo stesso timor panico operando sugli animi deboli e irriflessivi ha fatto sì che molti in città ai rifiutano di cambiare quei biglietti, il che ha contribuito ad accrescere la diffidenza dei possessori di essi, e quindi un’affluenza sempre crescente alla banca. Questa si è veduta costretta di astenersi per ora dallo scontare le cambiali, sì perchè avrebbe potuto sospettarsi dal pubblico una emissione di nuovi biglietti fabbricati per la circostanza, sì perchè i traenti le cambiali sarebbero andati probabilmente il giorno dopo a cambiare i biglietti; e diminuendo così sempre più il denaro alla cassa della banca, questa si sarebbe trovata costretta a mancare ad una legge fondamentale dello statuto la quale stabilisce che vi debba essere in cassa sempre il terzo in denaro del valore dei biglietti emessi.

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«Se la crisi continua, se la smania di cambiare i biglietti si fa sempre più forte, la banca prenderà il tempo necessario per pagare, ma pagherà. Essa non ha niente a temere, l’attivo superando il passivo, e i suoi principali azionisti sono persone sulle quali non può cadere il menomo dubbio.

«Rospigliosi, Grazioli, Corsini, Borghese, Feoli, Doria, Cecchi, Costa, Rempicci, Pianciani, Polverosi, Antonelli, Torlonia sono nomi che bastano essi soli per riassicurare la pubblica opinione, e consolidare la fiducia nella banca romana.»1

La Gazzetta di Roma dell’11 pubblicò le seguenti parole:

«Da tre giorni, senza motivo, un timor panico ha invaso i portatori dei biglietti della banca romana. Quindi

  1. Vedi il IV volume Documenti, n. 65.