Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. II).djvu/230

224 storia

tanò ancor di più dallo spirito della sua istituzione, facendosi dirigere i forestieri con lettere di credito, precisamente come fanno gli altri banchieri, mentre ciò non si pratica affatto dalle altre banche, vogliam dire da quelle di Londra, di Parigi, e di Vienna; e sicuramente non si è mai sentito che un nostro Romano viaggiando all’estero, sia stato diretto alle banche di Parigi, di Vienna, e di Londra. Della qual cosa siamo stati noi stessi testimoni oculari, ma non potremmo produrre documento alcuno a giustificazione del nostro asserto. Il fatto nondimeno sussiste, i registri della banca son là per attestarlo, e ciò costituisce una infrazione chiara e lampante del titolo II dello statuto.

Dovendo ora parlare della crisi terribile che venne a funestare non solo la banca romana ma la città intera nel marzo del 1848, e della quale già demmo un cenno nel principio di questo medesimo capitolo, diremo che accaduta appena la rivoluzione di Francia (e sempre di là dobbiam prendere le mosse per raccontare i grandi sconcerti), si sparsero in chi aveva che perdere, oltre allo stupore, un timore ed una diffidenza grandissima.

Esagerati forse oltremodo cotali sentimenti in certuni, li portarono a desiderare di convertir subito in effettivo i biglietti della banca. Si disse in città che la spinta maggiore venisse data da un qualche banchiere il quale avesse mandato a cambiare in una volta tutti i biglietti che possedeva. Si diffuse la notizia come lampo, e si sparse l’allarme in tutte le classi.

Se ne vider subito gli effetti in un insolita affluenza di persone che collo stesso intendimento si recavano alla banca. Venivasi il concorso aumentando ogni giorno, finchè giunto il 10 di marzo e non ostante le guardie che a guarentigia del buon ordine vi si eran poste, la pressa incalzava di più, e le grida gli schiamazzi e le imprecazioni facevansi sentire a tal punto, che lo stato della banca stessa, e quello del commercio in generale, incominciarono a divenire seriamente allarmanti.