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della rivoluzione di roma | 219 |
» La città è tranquillissima, e il popolo esulta sicuro oramai di aver pace e.tranquillità. 1
Chiaro come la luce del giorno, secondo questo foglietto, appariva che i retrogradi organavano tutte queste infamie, e che i rivoluzionari avevano il merito di sventarle.
Anche il Labaro in un articolo di fondo si mostrava incerto se attribuir si dovesse quella mossa agli oscurantisti ovvero agli ultra-repubblicani.2
Il Contemporaneo però, ossia Sterbini, con meno esitazione pronunziò là sua sentenza nel modo seguente:3
«Gente maligna pagata dai nostri nemici (inutile il nominarli) ha profittato di questo stato di cose, si è introdotta fra gli operai e gli ha condotti per due giorni nelle piazze a chiedere denari sotto il pretesto di bisogno. . . . . Noi invitiamo la polizia e il governo a mostrare forza ed energia onde siano rispettate le proprietà pubbliche e private: ma nel tempo stesso è suo dovere di scoprire gli autori nascosti di simili trame infernali, e cacciarli onde purgare la società di simili mostri.»
Ma lasciamo le dicerie. dei giornalisti e andiamo alla verità dei fatti.
La rivoluzione finge di mostrarsi sdegnata contro i facinorosi, a parole, e a noi costa per fatti, che li vede, li conosce, li blandisce, e li paga. Tutte le apparenze quindi ci presentano una seconda edizione della famosa congiura deiranno 1847. Le apparenze, lo ripetiamo, sono che questa fosse un’impostura solennissima: perchè, se eran ladri e facinorosi quelli che chiedevano pane e lavoro, come ci dicono il foglietto ed il Contemporaneo, perchè farseli sfuggire dalle mani, allorchè come tante pecore erano appiattati, a porte semplicemente socchiuse, nel cortile di Senni, senza che piuno li guardasse? E se gli appiattati avesser saputo di essere in dolo, e che potevasi arrestarli da un