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gazioni, le onorarono puntualmente, in guisa che la casa Torlonla, oltre alla grata soddisfazione che accompagna le opere buone e generose, ricevette ringraziamenti da tutte le parti; e le proteste d’indelebile riconoscenza che ebbe in quella occasione, non furon contristate da perdita veruna i essendo rientrata esattamente ne’ suoi fondi.

Lo scopo di questa digressione è quello unicamente di far toccare con mano agl’inesperti di affari a quali tremendi pericoli sia esposta la società dalle rivoluzioni, che alcuni invocano come apportatrici di felicità.

Ritornando alla narrazione delle cose occorse, rammenteremo che l’animo del pontefice e dei Romani contristato pel sacrilego furto del busto di sant’Andrea in argento accaduto il 10 di marzo, venne allietato per il ritrovamento che se ne fece il primo di aprile, e per la scoperta del rapitore.

Venne informata la popolazione romana di questo grato avvenimento dal Cardinal vicario; ed a manifestazione di lieto animo ebbe luogo una generale illuminazione in città.

Il capitolo di san Pietro fece illuminare la facciata, i portici, e la cupola di quella basilica. Nelle chiese poi di san Pietro e di sant’Andrea della Valle fu cantato il Te Deum nel giorno seguente.1

Il giorno 5 poi trasportossi solennemente dalla chiesa di sant’Andrea della Valle a quella di san Pietro il busto del santo, mediante una processione imponentissima alla quale intervenne il Santo Padre a piedi accompagnato dal sacro collegio, dalla corte pontificia, dal clero e dalla civica, non mancando di prendere parte a questa sacra pompa anche i circoli. Nello stesso giorno si cantò il Te Deum in san Pietro e nella sera vi fu luminaria per la città.2


  1. Vedi la Gazzetta di Roma del 3 Aprile 1848. — Vedi il V vol. Documenti, n. 2 e 3.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma del 6 Aprile 1848. — Vedi l’Album N. 8 — Vedi la Pallade del 6 Aprile. ’