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su di essa con apposita circolare i rimborsi, in luogo delle case di Parigi. Ma disgraziatamente l’annunzio di questa provvida disposizione a tutte le case del continente europeo non giunse alla casa Torlonia, la quale solo più tardi n’ebbe comunicazione dal cavalier Peterson console russo in Napoli: e così le cose presero un assetto più regolare. Ma prima che ciò si conoscesse passaron di molti giorni pieni di ansia e d’incertezza, nei quali la casa Torlonia trovossi costretta, per onorare i suoi amici, di compromettere la propria esistenza; e tanto maggiore e più imminente fu questo pericolo, perchè in quella crisi tremenda, mancando i corrieri, mancaron le lettere apportatrici di cambiali che potessero rifondere le casse esauste.

Ma v’è di più. Si fecer venire cinquanta mila colonnati da Napoli per la via di Civitavecchia. Giunsero scottati dai dragoni pontifici, e momentaneamente si riposero alia banca romana. Ma il pubblico se ne avvide; e siccome faceva ressa alla banca per il cambio dei biglietti in contanti, fu forza appagarlo col dar di piglio ai cinquanta mila colonnati del Torlonia.

Non ostante però questi pericoli, e queste più che contrarianti circostanze le quali protraendosi avrebber potuto compromettere seriamente la casa Torlonia, onorò essa fino all’ultimo momento tutte le credenziali, assistè e provvide di fondi tutti i suoi raccomandati, e non un solo ve ne fu che non ritrovasse in lei protezione e sostegno.

Partiron tutti contenti da Roma; e raggiunti i domestici focolari, furono abbondanti di ringraziamenti per la generósa ospitalità incontrata in momenti cotanto terribili. Ebber luogo le rivalse per tutti i pagamenti, molte ritornarono in protesto, e si dovetter perfino pagare i conti di ritorno.

Con tutto ciò, migliorando in progresso di tempo le cose in Europa, e rientrato l’ordine in Francia, tutte le case fallite si riebbero, e tutte rimborsarono capitale, spese e interessi. Tutti gli esteri che avevan sottoscritto obbli-