Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
della rivoluzione di roma | 15 |
Dopo la pompa funebre per la principessa Guendalina Borghese altra non erasi veduta in Roma così commovente e così numerosa, come questa pel commendatore Don Carlo Torlonia.1
Il giorno seguente poi ebbe luogo la messa funebre nella chiesa suddetta dei santi XII Apostoli, ed il giorno 8 un altro funerale nella stessa chiesa in suffragio dell’anima sua benedetta venne fatto celebrare a proprie spese dal battaglione secondo della guardia civica, del quale come dicemmo, era colonnello.2
Intanto giungevano avvisi in Roma che il giorno 3 avevano avuto luogo scene sanguinose in Milano fra il popolo e la soldatesca. Il popolo milanese aveva fino dal 1.° incominciato una dimostrazione anti-austriaca astenendosi dal fumare i sigari. Con ciò voleva dare un segno dell’odio che portava ai suoi dominatori, e produceva in pari tempo una diminuzione alle rendite di quell’esoso governo. Le soldatesche continuando a fumare irritarono siffattamente il popolo, che le prese a fischi, onde nacquero quei conflitti che cagionarono disgraziatamente non poche vittime nel popolo. Si sapevano le proteste delle congregazioni provinciali e di quei cittadini che aveanle firmate, come i Nazzarri, i Mancini, i Tommasèo; portati al cielo i loro nomi; esecrato ovunque il nome austriaco. Dominava per la intera città di Milano squallore ed incertezza sulle future sorti dello stato lombardo-veneto.
Queste eran le cose di cui parlavasi in Roma e che attraevano il vivo interesse di quei Romani che per più caldo sentire, sì occupavano delle cose pubbliche.
Non farà d’uopo di molte parole per persuadere che allo stato di effervescenza in cui già si era, aggiungendosi queste notizie, l’eccitamento toccò il suo colmo, massime nei circoli.