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era lecito a tutti di stampare ogni sorta di stramberie, circolava» foglietti nei vari paesi d’Italia e precipuamente in Roma, ove e fughe e uccisioni di sovrani e proclamamoni di repubbliche presso che in tutti gli stati divulgavansi. Fra le tante stramberie scegliamo una sola, e questa può dare idea del resto. Essa fa parte di un bullettino qualificato per officiale che può leggersi fra i documenti della nostra raccolta.1 Eccola:

«Varsavia è un mucchio di rovine. Giovedì la città si è sollevata, e la popolazione ha massacrato tutti i Russi che ha incontrato: questi si sono rifugiati nella fortezza, ed hanno ridotto in cenere la città. Il generale Sobiesky ha preso il comando dell’insurrezione. I Prussiani marciano in massa verso la Polonia.»

Nè si creda già che la falsità delle notizie potesse con facilità discoprirsi, imperocchè alle altre disgrazie si aggiunse, stante le commozioni, i combattimenti incominciati e le rotture delle strade, la irregolarità dei corrieri la quale riusciva di gravissimo danno.

L’erario in Roma era esausto. Il prestito de la Hante sospeso, perchè al primo soffio della francese rivoluzione la casa anzi detta sospese i suoi pagamenti. I biglietti della banca romana eran ripudiati parte per diffidenza, parte per malevolenza, e quindi convenne sottoporli in appresso a corso coattivo. L’oro e l’argento incominciarono a godere d’un premio perchè non piaceva ad alcuno di privarsene. Niuno voleva acquistar le cambiali per Parigi; in prova di che il prezzo del franco da 18,60, scese a 16 baiocchi. Si parlava di proroga alle cambiali in iscadenza.

L’autorità poi fra il non fare per timore, o il fare non essendo però rispettata, non porgeva guarentigia veruna pel mantenimento dell’ordine pubblico. I soli circoli comandavano e prepotevano. Tale era lo stato di Roma in sul finire di marzo e in su i primi di aprile 1848.


  1. Vedi il volume V Documenti, N. 9