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In seguito di quanto abbiamo di sopra esposto si sciolse la compagnia; parecchi padri ricovraronsi nello stato pontificio, altri in esteri paesi, e qualcuno, deposto prudentemente l’abito, rimase in Roma.

La persecuzione come dicemmo non essendosi limitata soltanto alla capitale, ebbe luogo più o meno da per tutto e noi possediamo ancora alcuni documenti che ce lo attestano.

Eccone i titoli:

1.° La sparizione dei Gesuiti da Spoleto.1

2.° La fuga precipitosa dei Gesuiti da Tivoli e Ferentino. 2

Il Farini parlando del discacciamento dei Gesuiti così si esprime:3

«Non io dirò dunque che il papa ed il governo dovesserò porre ad estremo rischio la securtà dello stato con inefficace difesa del sodalizio esoso: sì voglio fare questa considerazione, che se fra’ Gesuiti erano uomini brutti di colpe e perniciosi cospiratori, e’ si dovevano invigilare e castigare come rei cittadini; ma non si potea, nè dovea condannare e punire tutto un sodalizio religioso laddove il papa aveva seggio e la suprema autorità della Chiesa. Il papa solo aveva potere di condannare l’intiero sodalizio, e la sola condanna del papa poteva essere giusta ed efficace nella opinione, e nella coscienza dei cattolici, e dare quei risultamenti politici ch’erano desiderati.»

E più sotto:

«Per la qual cosa io non ho dubbio di affermare, che la espulsione dei Gesuiti dallo stato della Chiesa, operata a malgrado del papa, fu un atto imprudente, di nessuna utilità allora, di molto e certo danno allora e poi.»

Comunque si voglia, i professori di liberalismo, e quelli non pochi che senza saper bene che cosa significasse, amavano di passare per tali, andavan tutti in visibilio per

  1. Vedi fra i Documenti del IV vol. il n. 145.
  2. Vedi nel detto vol. il n. 146.
  3. Vedi Farini Lo stato romano, terza ediz. vol. II, pag. 17.