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quel bando, suggellando una decisione illegale, violenta ed obbrobriosa.»1

Venendo ora a parlare degli stati romani, troppo lungo sarebbe lo enumerar tutte le vessazioni cui soggiacquero nelle varie città che ne fan parte, e non solo essi, ma ben anco le loro così dette dipendenze.

Ci limiteremo quindi a ricordare in prova di ciò, che un principio di persecuzione contro i Gesuiti si manifestò in Roma fin dai primordi del pontificato di Pio IX, quando cioè, per festeggiare ancor essi il suo innalzamento alla sublime dignità di Sommo Gerarca del cattolicismo, dettero un’accademia di poesia al collegio romano il 2 settembre 1846. In quell1 occasione furon molte le dicerie a loro carico per discreditarli presso le moltitudini, quasi che 10 facessero furbescamente e loro malgrado, per accattivarsi il favore del pubblico assai mal prevenuto contro di loro in que’ tempi. Altri poi francamente andavan buccinando che lo facessero per paura.

Quando però il Santo Padre onorò di sua presenza la casa de’ Gesuiti in sant’Ignazio il giorno 27 giugno 1847, e amministrò in chiesa il pane eucaristico alla scolaresca,2 allora le grida e i rimbrotti non ebber fine. Si disse perfino che essi preparavano il ritorno al potere del cardinale Lambruschini; e due giorni dopo furon trovati affissi per le vie di Roma alcuni foglietti anonimi, coi quali si premuniva 11 Santo Padre di non dare ascolto ai suoi nemici che avrebber trascinato esso con loro in un abisso. Si disse pure o si gridò al Santo Padre che si guardasse dal cioccolatte. Furono fin d’allora messi fuori gli epiteti di rugiadosi, e ai loro aderenti, quelli di Gesuitanti o Austro-Gesuiti. Si fece stampare in Losanna nel 1847 dal Bonamici e si diffuse per Roma la vita di papa Ganganelli; e articoli nei giornali si pubblicarono, e foglietti clandestini distribuironsi,

  1. Vedi Marulli Avvenimenti di Napoli del 15 maggio 1848. pag. 18.
  2. Vedi il Diario di Roma del 28 giugno 1847.