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inaccessibile alla invidia, nel vedere la molta stima di che godeva, e la influenza ch’esercitava sulle classi più nobili il loyolano sodalizio. E a ciò doversi attribuire quei casi non pochi di clericali sollucherantisi nel vedere avvilito e depresso quell’ordine religioso che per dottrina, potenza, e celebrità agli altri sovrastava.

Ma il motivo più potente ancora ritenevasi essere quello di averli messi da per tutto in voce di avversatori delle riforme di Pio IX e di favoreggiatori dell’Austria, e tanto ciò esser vero, che in allora cominciossi ad usare l’espressione di Austro-Gesuitismo; onde avvenne che rifuggiva ognuno dai prendere le difese dei Gesuiti in un momento in cui l’epiteto di Gesuitante consociavasi con quello di Austriacante o Austriaco: e così il timore soltanto di passare per favorevole all’Austria, bastava per indurre i devoti o partigiani della compagnia a far causa comune coi lor detrattori, o a perseverare nel più stretto silenzio.

Ora che abbiarn dato queste spiegazioni sui parlari che facevansi in Roma, e sullo spirito pubblico che in essa città in quel tempo prevaleva, verremo narrando le vicende e i discacciamènti che subirono i Gesuiti in Italia, incominciando prima di tutto dal Piemonte.

La Sardegna fu quella che dette il segnale, e che prima fra le provincie di quel reame, discacciò i Gesuiti.1 In Sassari ciò accadde il giorno 11 febbrajo.2 Quanto a Cagliari capitale della Sardegna, togliamo dal Risorgimento ch’era il giornale di Balbo e di Cavour, la narrazione dei fatti seguenti.3

Fino dai primi giorni del febbrajo 1848 gli studenti della università recaronsi sotto le finestre del reale convitto, gridando a più riprese, e in modo abbastanza energico: abbasso i Gesuiti, non vogliamo più i Gesuiti. Questa prima dimostrazione comechè non potesse dirsi popo-

  1. Vedi la Concordia del 15 febbrajo 1848 pag. 159
  2. Vedi la Concordia del 26 detto.
  3. Vedi il Risorgimento del 2 marzo.