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176 | storia |
monarchia dalla Francia, e così ebbe termine l’intervento pacifico delle quattro potenze per assestar le cose della Svizzera.
Abiamo discorso finora della persecuzione contro i Gesuiti in Francia e in Isvizzera. Ci resta ora a parlare dell’Italia, ove l’accanimento di pochi ma prepotenti*, valse a discacciarli con modi sì aspri e brutali, che troppo male si accordavano colla vantata civiltà e tolleranza del secolo XIX.
Ed affinchè ciò che saremo per narrare sia più agevolmente inteso, dobbiam premettere alcune considerazioni, e sottoporle al giudizio di chi ci leggerà.
Riescirà a molti inesplicabile, ne siam certi, come un sodalizio che vanta tanti uomini insigni per pietà e per dottrina, ed è illustre da per tutto per operosità nel promuovere il culto divino; che cotanto si adopera per la civile e religiosa educazione dei giovani; e che senza parlare di altro, dette in Roma nel 1837 (quando v’infieriva l’asiatico morbo) il più luminoso esempio di vera carità evangelica, soccorrendo esso il primo coll’opera e col danaro, e abbracciando coraggiosamente i colerosi, quando e medici ed ecclesiastici e laici, e i parenti stessi dei colpiti dal morbo, esterrefatti fuggivano, o con infinite cautele avvicinavan gl’infermi; riescirà, dicevamo, inesplicabile, che un ordine il quale si mostrava in modo sì aperto cotanto amico della umanità, venisse così facilmente perseguitato ed oppresso, senza che le popolazioni insorgessero per prenderne le difese.
A queste osservazioni che molti facevano, e che a noi paion giustissime, contrapponevansi da altri le seguenti considerazioni che sarà bene vengano apprezzate da chi leggerà le presenti carte.
Egli è a sapersi, dicevano, che il popolo, ma quello vero non quello fittizio, in tutti i paesi generalmente è passivo, bada ai propri affari, non attacca, non grida, non esamina, non rampogna, non condanna da se, non si