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della rivoluzione di roma | 157 |
» E prima dobbiamo manifestarvi che se il nostro cuore fu commosso nell’udire come in una parte d’Italia si prevennero coi conforti della religione i pericoli dei cimenti, e con gli atti della carità si fece palese la nobiltà degli animi, non potemmo per altro nè possiamo non essere altamente dolenti per le offese in altri luoghi recate ai ministri di questa religione medesima. Le quali, quando pure noi contro il dovere nostro ne tacessimo, non però potrebbe fare il nostro silenzio che non diminuissero l’efficacia delle nostre benedizioni.
» Non possiamo ancora non dirvi che il bene usare la vittoria, è più grande e più difficile cosa che il vincere. Se il tempo presente ne ricorda un altro della storia vostra, giovino ai nepoti gli errori degli avi. Ricordatevi che ogni stabilità e ogni prosperità ha per prima ragion civile la concordia: che Dio solo è quegli che rende unanimi gli abitatori di una casa medesima; che Dio concede questo premio solamente agli umili, ai mansueti, a coloro che rispettano le sue leggi nella libertà della sua Chiesa, nell’ordine della società, nella carità verso tutti gli uomini. Ricordatevi che la giustizia sola edifica: che le passioni distruggono: e quegli che prende il nome dire dei re, s’intitola ancora il dominatore dei popoli.
» Possano le nostre preghiere ascendere al cospetto del Signore, e far discendere sopra di voi quello spirito di consiglio, di forza e di sapienza, di cui è principio il temere Iddio: affinchè gli occhi nostri veggano la pace sopra tutta questa terra d’Italia, che se nella nostra carità universale per tutto il mondo cattolico non possiamo chiamare la più diletta, Dio volle però che fosse a noi la più vicina!
» Datum Romæ apud S. Mariam Majorem die XXX martii MDCCCXLVIII pontificatus nostri anno secundo. 1»
Pius PP. IX.
- ↑ Vedi la Gazzetta di Roma del 31 marzo 1848. — Vedi l’Epoca del ai marzo detto. — Vedi il vol. IV. Documenti, num. 137.