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quale annunziava il suo imminente ingresso in Lombardia. 1

Il giorno 25 il governo provvisorio di Milano compilava un indirizzo al Santo Padre, nel quale senza tanti preamboli chiaramente dicevasi di aver fatto la rivoluzione in suo nome. Ecco le parole dell’indirizzo:

«Nel nome vostro, Beatissimo Padre, noi ci preparammo a combattere: scrivemmo il nome vostro sulle nostre bandiere, sulle nostre barricate: nel nome vostro inermi quasi e improvvidi di ogni cosa, fuorchè della santità de’ nostri diritti, affrontammo i formidabili apparati del nemico: nel nome vostro giovani e vecchi, donne e fanciulli lietamente combatterono, lietamente morirono: ed ora nel nome vostro apriamo la gioia de’ nostri cuori a Dio, che ha vinto in noi la sua battaglia.2

Queste parole somministrano la prova più evidente dell’astuzia dei rivoluzionari nel mettere avanti il nome del papa, ed il prestigio immenso ch’esercitava sul popolo questo nome venerando.

Lo stesso giorno aprivasi pure in Palermo il parlamento siciliano, e Ruggiero Settimo pronunziava il discorso di apertura.3

Ed il re di Napoli dava ancor esso le prime disposizioni per inviare truppe in soccorso della Lombardia.4

Due giorni dopo il generai Durando, giunto appena in Bologna, emanava un proclama nel quale fra le altre cose diceva:

«Le presenti condizioni d’Europa e d’Italia sono gravi e solenni. In un prossimo futuro saremo forse chiamati ad adempier grandi doveri, a compiere generosi sacrifìci, dalla voce della patria e di Pio, suo santo ri-

  1. Vedi Farini vol. II, pagine 21. — Vedi il IV. vol. Documenti, num. 105.
  2. Vedi l’indirizzo intero nel vol. IV. Documenti, num. 117.
  3. Vedilo nel vol. IV Documenti, n. 116.
  4. Vedi il vol. IV. Documenti, n. 118.