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130 | storia |
CAPITOLO VII.
[Anno 1848]
Rivoluzione in Vienna e in Berlino nel marzo 1848. — Insurrezione di Milano il 18. — L’Ungheria in istato di commozione. — Moti in Roma il 21 di marzo all’annunzio della rivoluzione di Vienna. — Abbassamento degli stemmi imperiali al palazzo di Venezia. — Te Deum all’Ara-Coeli. — Processioni e prediche al Colosseo. — Il padre Gavazzi vi bandisce la così detta santa crociata. — Progetto di armamento. — Festa dei moccoletti la sera del 21 marzo. — Il colonnello Ferrari preposto all’arrolamento. — Il generale Giovanni Durando chiamato al comando dell’armata. — Atto del circolo romano per la pronta organizzazione e movimento delle milizie. — Indirizzo dei cosi detti rappresentanti di tutti gli stati italiani per ispingere il papa a porsi alla testa della dieta italiana. — Commissione per l’armamento. — Offerte nelle pubbliche piazze. — Il Santo Padre benedice la bandiera, ma raccomanda di non oltrepassare i confini. — Atto del governo provvisorio di Milano per ispingere il papa alla guerra. — Atto del Santo Padre del 30 marzo, allusivo alla gravità degli avvenimenti.
Giunti al 21 di marzo, un nuovo campo si schiude sotto i nostri occhi. La mina avea finalmente scoppiato. La Francia era in piena rivoluzione, e Vienna e Berlino erano in rivoluzione ancor esse.
Quanto all’Italia diremo che quel desiderio di sottrarsi dall’austriaca dominazione che rivestiva varie apparenze, ora col gridare viva Pio IX nelle popolari radunate, ora coll’interdire l’uso dei sigari, ora coll’indossare i cappelli alla calabrese o i tessuti di velluto indigeno; che fece pure introdurre quella nuova foggia di vestire chiamata all’italiana, 1 e manifestossi per mezzo degli scritti d’ogni genere che diffondevansi, e che tutti tendevano allo stesso scopo;
- ↑ Vedi il volume delle Stampe e litografie, num. 54.