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«Le ripetute proteste che lei, signor generale, e la intera civica ci hanno manifestate di attaccamento alla nostra sacra persona e all’ordine pubblico, sono tali, che ci convinsero e ci convincono che siano per eseguirsi nel fatto con quella lealtà che distingue questo corpo.

» Raccomando pertanto nelle presenti circostanze che restino illese e le persone e le sostanze di tutti indistintamente, qualora si attentasse dai facinorosi contro le une o le altre. Ripeto, signor generale, in questa occasione i sentimenti d’illimitata fiducia che noi abbiamo riposta nella civica di Roma, e che noi le abbiamo esposti nel giorno, per noi consolante, che ci vedemmo circondati da tutti i capi di battaglione, e nell’atto in cui parlammo all’intiero corpo.1

» Dio benedica la civica, e la faccia istromento nelle sue mani di preservazione di ogni scandalo e di ogni eccesso in questa sua città.»

Pius Papa IX.


Per copia conforme
Il tenente colonnello capo d’officio
Cleter. 2


La prima obbligazione dei corpi militari essendo la obbedienza cieca agli ordini dei capi, ed avendo il principe Rospigliosi come generale in capo della civica romana, ordinato per espresso comando del pontefice l’affissione dell’ordine del giorno che annunciava i voleri del Santo Padre, accadde che il marchese Filippo Patrizi colonnello dell’ottavo battaglione, volendo adempiere il suo dovere, fu sollecito di fare affiggere nel suo quartiere a San Luigi de’ Francesi l’enunciato ordine del giorno, e a tal effetto fece battere la generale quasi in segno di allarme.


  1. Ciò accadde il giorno 11 febbraio 1848.
  2. Vedi il Labaro, del 15 marzo 1848. — Vedi l’Epoca, num. 1. — Vedi il vol. IV dei Documenti, num. 73.