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120 | storia |
» Datum Romæ apud Sanctam Mariam Majorem die XIV martii MDCCCXLVIII, pontificatus nostri anno secundo.»
Pius Papa IX.1
Questo atto che fu fatto stampare dall’autorità pontificia in tutti i formati, e diffondere largamente per la città, non fu riportato dai giornali, meno che dalla Gazzetta di Roma, dal Labaro, e dal Roman Advertiser, che si pubblicava in lingua inglese, e che i soli Inglesi leggevano. Tutti gli altri giornali, essendo del movimento, se ne astennero, affinchè non si conoscesse all’estero la verità delle nostre tristi condizioni. Lo Sterbini però, senza parlar dell’atto, fulminò con un articolo veementissimo nel suo Contemporaneo, coloro che insinuavano al pontefice dubbî mal fondati, e timori inesistenti, imperocchè i veri amici di Pio IX (esso diceva), quelli che per lui avrebber versato il proprio sangue, erano i soli liberali. Gli altri costituivano evidentemente la falange dei suoi più pronunziati nemici.2 I fatti che si svolsero poco dopo fecer conoscere se si apponesse al vero il Santo Padre Pio IX, o l’avventato scrittore del Contemporaneo.
Ora ci è d’uopo di raccontare un episodio che nacque dalla pubblicazione di detto atto.
Ed affinchè i nostri lettori si possan formare un’idea adeguata della caldezza degli spiriti per quella parola sacrosanta (se ben definita e rispettata) che nomasi libertà, o per meglio dire di quello spirito di vertigine e di frenesia che invadeva le menti degli uomini, non solamente in Roma e nello stato pontificio, ma nella Italia tutta, diremo che era surta nelle loro fervide immaginazioni l’idea, che a conseguire completa ed intera questa sognata libertà,