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della rivoluzione di roma | 99 |
Intanto gittiamo uno sguardo sopra le altre cose che accaddero in quei giorni d’intervallo.
Diremo pertanto che al banchetto piemontese del giorno 5, di cui parlammo nel capitolo precedente, successe quello dei Bolognesi il giorno 6.1
Proponevasi il giorno 8 dal colonnello Calderari ai carabinieri pontifici una sottoscrizione in favore della guardia civica.2
E sottoscrivevasi nel medesimo giorno il chirografo pontificio per l’affrancazione dei canoni, de’ livelli e delle decime, il quale venne preceduto da un rapporto del ministro delle finanze monsignor Morichini.3
Le notizie di Francia intanto che promettevano il trionfo della democrazia, determinarono i promotori del circolo popolare a richiedere l’approvazione dall’autorità del suo statuto, approvazione che si ottenne il giorno 8 marzo. Difatti al primo articolo dello statuto si dice: «Il circolo popolare nazionale è una società approvata dall’autorità fino dal giorno 8 marzo 1848.»
» Articolo secondo. — La società o circolo ha per suo presidente onorario perpetuo il chiarissimo italiano Vincenzo Gioberti, com’ebbe per promotore il popolano Angelo Brunetti soprannominato Ciceruacchio.»4 Da quell’epoca dunque data il sopravvento o la preminenza che il circolo popolare prese sul circolo romano non solo, ma su tutti gli altri circoli di Roma.
Eccoci giunti finalmente alla formazione di quel ministero costituzionale che preluder doveva alla promulgazione ed all’attuazione dello statuto, di quel ministero insomma, il quale riunendo nomi cari al progresso, e in parte, dobbiamo pur dirlo, alla rivoluzione, fece cessare