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»parte col risparmio giornaliero di baiocchi cinque e mezzo. Il progetto fu presentato al Santo Padre Pio IX il 14 lugllo 1846.»

» Roma, Tipografia de’ classici sacri. Via Felice, numero 121, 1846.»

Quel dirsi però, nel contesto del Progetto, che gran parte della miseria del popolo, e delle classi meno agiate, proviene dalla distribuzione delle ricchezze, le quali ammassate in poche persone, che non le rifondono colla stessa proporzione, si rendono nell’universale infruttuose e dì danno; quell’aggiungere che da più secoli coloro che avevano i danari, facevano incetta di ogni utile impresa; e quell’incitare i poveri contro i ricchi, i proletari contro i proprietari, e le moltitudini bisognose contro le singolarità fortunate e potenti, non erano al certo cose da lodarsi, ma in quei momenti di frenesia e d’irrefrenabile esaltazione d’idee, lungi dal biasimarle, incontravano il favore del pubblico. Piacevano quelle tenerezze pel popolo, andavano a grado quelle insinuazioncelle di odio ai grandi capitalisti, e sopra tutto quel glorificare che si faceva lo spirito di associazione. L’andazzo del giorno voleva insomma idee sconnesse, per accattivarsi simpatia e favore.

Non sentivasi dunque che parlare ed estollere al cielo il gran progetto, e vantarsi molti nei trivi e pei caffè, che si era fatta la grande scoperta non esservi più bisogno di ricchi e di grandi capitalisti per eseguire le imprese colossali; il popolo, il popolo solo associandosi potea far tutto. Si disse è vero, che il progetto sentiva, anzichè no, di socialismo, ma a quei schifiltosi che così parlavano, si facevan le beffe, si dava loro la baia, e in conto di oscurantisti ritenevansi e proverbiavansi.

E tant’oltre procederon siffatte vociferazioni, che i capitalisti veri, e i capi di quelle società che eransi formate, si ristettero dal farsi innanzi, perchè delitto di lesa nazione sarebbe stato, in quei tempi, l’avversare la società nazionale. Vi è di più.