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particolarità sul comitato, sulle collette, e sulle oblazioni, consulti la Pallade di Filippo Gerardi dell’anno 1846.1

La iniziativa data da Roma alle manifestazioni di pubblica gioia doveva produrre i suoi frutti nelle provincie, le quali gareggiarono in imitarne l’esempio; cosicchè non vi fu città, per grande o piccola che si fosse, ove non si ripetessero presso a poco le stesse feste, gli stessi applausi. Ciò dette luogo alle narrative delle feste, che ovunque pubblicaronsi, e che raccolte in Roma per Clemente Puccinelli, formarono 15 distribuzioni in un volume in-8.

Così terminarono le feste dell’amnistia, che occuparono la seconda metà di luglio, e quasi tutto agosto perchè, terminate le medesime, sottentrarono le narrazioni la eoi lettura teneva occupati tutti gli animi, e così si venne a protrarre con incessanti e replicate sensazioni, l’effetto prodotto dalla pubblicazione dell’atto.

Ma non mancarono i promotori delle dimostrazioni di escogitarne altra più clamorosa o significativa per il giorno 8 del futuro settembre, affinchè la coda delle prime consertandosi col capo delle seconde, non si desse nè tempo, nè tregua alle già esaltate immaginazioni di porsi in calma, perchè in ciò consisteva il segreto dell’abilissimo direttore in siffatte materie Giuseppe Mazzini. Infondere pertanto moto, vita, operosità nei cittadini, organizzare una catena non interrotta di tripudi, erano questi i mezzi stabiliti dal direttore. Il fine poi che volevasi raggiungere era quello di eccitare entusiasmi, avidità di cose nuove e spettacolose, confusione, sbalordimento, ebrietà; di cotale guisa, che la ragione calma e riflessiva non mai potesse subentrare e riguadagnare l’impero sulle menti. Di questa colossale dimostrazione pertanto intratterremo i nostri lettori nel capitolo seguente.

Prima però di far ciò avvertiremo, che poco notevole per atti solenni fu il mese di luglio, nel quale non abbiam da indicare che il concistoro segreto tenuto dal

  1. Vedi la Pallade di Filippo Gerardi, in-fog. pag. 82 e 83.