Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
72 | storia |
[Anno 1846]
Il papa era contento, contenta la sua corte, i palatini e gli aderenti loro, e contenta pure una parte grandissima dei Romani, vedendo che allo squallore degli ultimi giorni del pontificato gregoriano, ed alla trepidazione dei giorni di sede vacante, sottentrata era la gioia e il tripudio universale. Roma in somma era in festa.
E siccome un po’ la vera gioia, un po’ quella fittizia e il fanatismo, e le arti di partito e di setta, un poMn fine la speculazione intrecciavansi, tu vedevi in un subito e ritratti del Santo Padre, e sonetti, e cantate, e relazioni delle feste, e cravatte, e sciarpe coi colori pontificali, e spinette, e fazzoletti, che dicevansi alla Pio IX, e fiori e trasparenti, e lampioni di carta di ogni forma e colore. Musiche e luminarie sì facevano, mentre vedevansi vetture in continuo moto, sicchè Roma sembrava a nuova vita risorta. Eppure tutto ciò era un inganno nella sua origine primitiva; inganno che doveva portare in seguito amarissimi frutti. Ciò noi vedemmo tutti: ed ora che con mente calma e tranquilla n’è dato di volgere lo sguardo retrospettivo ai tempi decorsi, e alle follie che produssero, ben si ad-