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dell’anno 1837, fa menzione di un tentativo di sommossa e quindi dice:

«Sul fine di agosto furono arrestati venti individui, che poscia furono condotti alla galera per diverso tempo. Altri, disposti ad accrescere il tumulto quando fosse scoppiato, rimasero occulti ed impuniti. Fra questi fuvvi un Angelo Brunetti fienaiuolo, carrettiere e bettoliere detto volgarmente Ciceruacchio.»

In comprova addizionale poi del carattere del Ciceruacchio viene in nostro sussidio il Montanelli il quale nelle sue Memorie racconta quanto appresso.1

«Dopo il 1831, e durante il pontificato di Gregorio XVI, capirono i liberali che per sollevare l’altero popolano alla idea moderna, bisognava scendere fino a lui, e quindi la sera alcuni borghesi travestiti da popolani recavansi nelle bettole dei quartieri popolari per educarli e tirarli al loro partito. Della fratellanza di Trastevere Angelo Brunetti, più tardi famoso col nome di Ciceruacchio, fu capo

Da ciò risulta che se fuvvi un campione il quale avrebbe potuto imprimere fisonomia, e colore originale e romano alle romane dimostrazioni, fu il Brunetti, imperocchè appariva in esso sincerità di cuore, generosità di animo, disinvoltura di maniere, e ninna traccia di quel raffinato incivilimento che altera il vero tipo del popolano romano.

Ma risulta pure che questo campione, il quale tutti credevano una cosa, era effettivamente un’altra, e che non era estraneo pe’ suoi antecedenti ai tentativi di rivolture che precedettero l’amnistia. E tutti il vedemmo in seguito legato a fil doppio e con il Massimo d'Azeglio, e col Masi, e più tardi col Matthey, col Tommasoni, col Zauli-Saiani, col Guerrini, e con tutti quelli insomma che figurarono nei primi movimenti, non escluso il celebre lord Minto che lo corteggiava, quasi che fosse un gran personaggio, e tutti questi il guidavano, e facevangli recitare

  1. Vedi Montanelli, Memorie, vol. I, pag. 53-54.