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» parola. Le società secrete daranno una forza irresistibile al partito che può invocarle.»

E quindi:

«Quando un gran numero di associati, ricevendo la parola d’ordine per diffondere una idea e feume l’opinione pubblica, potranno concertarsi per un momento, troveranno il vecchio edificio traforato da tutte le parti, e cadente come per miracolo, al menomo soffio del progresso.»

Passiamo ora al Montanelli.

Rileviamo dall’archivio triennale delle cose d’Italia pubblicato in Capolago, che del Montanelli si riportano alcuni frammenti.1 N’estrarremo il seguente, e stupiranno i nostri leggitori rinvenendovi una narrazione che si bene si attaglia con ciò che noi sosteniamo.

«Pio IX saliva al pontificato. Convinto com’io era che l’unità nazionale si potesse conseguire soltanto col gravitare tutti verso un centro comune, e che l’idea unitaria, tanto più sarebbe stata facilmente eseguibile, quanto meno per incarnarsi avesse avuto bisogno di eliminazioni, mi applicai a fare di Pio IX l’insegna della fratellanza italiana. Se l’amnistia fosse stata festeggiata soltanto in Roma e nelle Romagne, non sarebbe divenuta avvenimento nazionale, e per imprimerle questo carattere, appena se n’ebbe notizia, io promoveva a Pisa la sottoscrizione a favore degli amnistiati indigenti, eccitando i miei amici di altri stati italiani a fare altrettanto, e mandando a Roma persone di mia fiducia affinchè fosse costituito in quella nostra metropoli il Comitato centrale per ricevere le oblazioni di tutta la nazione.»

Le medesime cose presso a poco racconta lo stesso Montanelli nelle sue Memorie2 che per brevità tralasciamo

  1. Vedi Archivio triennale storico delle cose d’Italia. Capolago, 1850, vol. I, pag. 349-352.
  2. Vedi Montanelli, Memorie, vol. I, pag. 137.