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della rivoluzione di roma | 57 |
tersi un confine a questi segni straordinari di sincera letizia il Santo Padre desidera di vedere ora nuova prova della docilità del buon popolo di Roma, pel quale sa che ogni desiderio del sommo pontefice suole essere un comando.»
» Data dalla segreteria di stato, il 19 luglio 1846.
Il sostituto |
Ciò pose allora un termine alle dimostrazioni pubbliche, poiché la notificazione venne rispettata, e la dimostrazione preparata per la sera non ebbe luogo, ma la rivoluzione se l’ebbe a male, e non mancò per mezzo de’ suoi organi di spargere che l’atto era arbitrario, illegale, e non emanato da Pio IX, ma dagli avanzi dell’agonizzante partito gregoriano, e tanto si adoperò che ottenne almeno di non fare inserire l’atto nel diario di Roma, ove indarno lettor mio tu il cercherai, né in alcun’altra stampa che a ritrarre il tripudio di quei giorni venne pubblicata.
Questo fu il primo atto di resistenza del potere alle dimostrazioni, e l’esordio di quella lotta costante fra la rivoluzione ardita ed intraprendente, e l’autorità esitante e peritosa.
Poi incominciaron subito le accademie di musica e di poesia, i versi legati e sciolti, e lettere, e descrizioni, e rapporti, che riscaldare non solo, ma incendiare dovevano le Provincie, ove di materia infiammabile non era difetto.
Se a questo aggiungansi, e le collette, e le sottoscrizioni, e le elargizioni spontanee in favore degli amnistiati per agevolare loro il ritomo fra i domestici focolari, il leggere, il ricopiare, lo stampare, ed il portare in vendita gli scritti che pubblicavansi, di leggieri si persuaderà ognuno quale nuovo spettacolo si fosse per una città d’indole quieta e pacifica come Roma, questo insolito movimento.
Consideri ognuno gli effetti naturali in una cosa bella in se stessa, qual è l’atto del perdono, e così consentaneo
- ↑ Vedasi vol. I, Atti ufficiali.