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libera circolazione in Roma Gli ultimi casi di Romagna per Massimo d'Azeglio, ove prodigavansi elogi al cardinale Gizzi, ed il Primato e i Prolegomeni del Gioberti, le quali opere venivano lette pubblicamente, perchè emanante la prima da un uomo, che avendo speso in Roma i più verdi anni della sua giovinezza, era dalla società romana amato ed oltremodo conosciuto; le altre da tale, che vuoi pel merito scientifico, vuoi pel tema propostosi, solleticavano tutti a leggerle, e dalla cui lettura sentivasi ingalluzzito perfino il basso clero.

Aggiungi poi e I conforti all’Italia ovvero preparamenti alla insurrezione che pubblicavansi in Parigi dal napolitano Ricciardi e giungevano in Roma, e i Pensieri sull’Italia di un anonimo lombardo, e l’opera del Durando sulla Nazionalità italiana che pubblicossi in Losanna, e le Speranze d’Italia del Conte Cesare Balbo, pubblicate fino dal 1844 in Capolago, e l’opera di Gabriele Rossetti intitolata: Roma verso la metà del secolo XIX.1

Tutti questi ed altri scritti ancora penetravano in Roma, e tutti tendevano allo scopo o di provocare miglioramenti e riforme, o di rivoluzionare Roma e l’Italia. E con tanta maggior avidità leggevansi, quanto minore era nei lettori l’abitudine di avere fra mani opere siffatte, tanto più che in molti era già nato il desiderio di vedere introdotte quelle migliorìe, che, com’era voce comune in quei tempi, fossero in relazione ooi bisogni della società.

E tanto a forza di dire e ridire, e col sentire i racconti delle altrui beatitudini e quelli delle proprie miserie, eransi rinvigoriti cosiffatti desideri, ohe a certuni pareva, e se ne vantavano senza ben conoscerne il peso, di essere divenuti progressisti e liberaloni.

Egli è un fatto che quando la temperie degli spiriti è alta, tutti, o vogliano o non vogliano, devon parteciparne un poco. È proprietà del calorico di equilibrarsi per via di contatto coi corpi circostanti.


  1. Vedila tra le Miscellanee della nostra raccolta, vol. VII, n. 1.