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della rivoluzione di roma | 453 |
Il padre Giacoletti delle scuole pie ne scrisse la vita la quale pei tipi del Salviucci venne pubblicata nelTanno 1849 in-4 con entrovi il ritratto.
Prima di chiuder l’anno 1847 sarà bene dare alcuni cenni, cui crediamo non inopportuni, sopra la guardia civica che come parte integrale figurò in sommo grado nella rivoluzione romana.
La guardia civica o guardia nazionale (che così chiamasi in Italia ed in Francia) è conosciuta in Inghilterra e negli Stati Uniti di America sotto il nome di milizia (militia) per distinguerla dalla truppa di linea. È essa la guardia civica un ritrovato moderno, sotto la cui ombra copronsi tutte le rivoluzioni, e che sotto colore di tutelar l’ordine pubblico lo sconvolge viemaggiormente, come la Francia e la Spagna ce ne somministrarono funesti esempi nei tempi recenti.
Fu stabilita in Roma la guardia civica fin dall’anno 1798, e visse quanto visse la repubblica romana regalataci in quel tempo dalla Francia in rivoluzione. Caduta la repubblica romana, cadde e non si parlò più per qualche tempo della civica. Ristabilito però il governo pontificio coll’incominciare del secolo XIX, venne ripristinata la civica, ma con tale ordine, da costituire un vero e valido presidio del governo ristaurato. Essa, sebbene poco numerosa, era composta di elementi scelti, e così restò per vari anni, salvi soltanto alcuni cambiamenti disciplinari o l’addizione od esclusione di qualche privilegio. Fu però ora coattiva, ora volontaria e personale, ed ora colla facoltà di sostituire i fazionieri, i quali mediante una piccola retribuzione montavan la guardia in luogo del civico cui spettava il servizio.1
Ebbe per comandante generale dal 1814 ai primi del 1823 il principe Don Giulio Cesare Rospigliosi.