Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/448

438 storia

stesso giorno 12 vi fu una festa federale,1 e a Sarzana un’altra simile il 19.2

Nel viaggio poi del re di Sardegna in sulla metà del settembre per inaugurare i nuovi ponti sulla Bormida e sul Po, venner provocate le stesse manifestazioni cui presero parte Acqui, Alessandria, Valenza ed Asti; cosicchè potè dirsi che da Turino allo sponde dell’Eridano non fosse che una festa popolare di colore anti-austriaco.

La festa del 30 settembre in Livorno e l’armamento istantaneo successero alle prenarrate dimostrazioni.3

Seguì quindi la colossale dimostrazione della città di Torino quasi in ispreto dell’autorità.4 E nei giorni 21, 22, 23, 24. 25 e 26 proseguendo le dimostrazioni, furon quegli assembramenti funestati da conflitti fra le soldatesche ed i cittadini. Nuove dimostrazioni ebber luogo in Genova in sul finire di ottobre, e Mondovì pure volle imitarne l’esempio. In seguito poi delle riforme piemontesi del 30 ottobre fu un festeggiare continuo in ogni parte.

Si diè in Genova un banchetto il 5 dicembre per festeggiar la cacciata de’ Tedeschi centun anni prima, e poi il giorno 10 ebbe luogo la festa solenne in commemorazione della vittoria di Balilla, ed una consimile dimostrazione si fece in Roma alcuni giorni dopo, ma di tale esiguità che, salvo qualche giornale, niuno parlonne.

Basta svolgere in somma i diari piemontesi o toscani di quell’epoca per rinvenirvi ad ogni istante annunzi di consimili feste non solo nei luoghi per noi rammemorati, ma ancora in parecchie altre città, le quali qui ricordare sarebbe lungo e noioso.

Per ultimo rammenteremo che la bandiera inviata dai Ferraresi ai Romani, e che fece di sè così bella mostra

  1. L’Alba del 15 settembre n. 11.
  2. Vedi Il Corriere livornese, n. 28.
  3. Vedi il supplemento al Corriere livornese del 21 in data del 22.
  4. Vedi Ranalli vol. I p. 318. — L’Alba dell’8 di ottobre 1917 n. 51.