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ne venne finalmente annunziata la composizione dal Giornale officiale di Roma il 16 dicembre,1 colle parole seguenti

«Rimanendo per ambe le parti nella sua piena integrità la questione di diritto, si è convenuto fra il governo di Sua Santità e quello di S. M. I. R. A. che la guaniigione della città di Ferrara sia restituita alle truppe pontificie. — L’eminentissimo e reverendissimo signor cardinale Ciacchi, che per urgenti motivi di salute erasi condotto a respirare l’aria nativa, ritornerà espressamente a Ferrara onde essere presente e provvedere alla tranquilla e regolare consegna. — A scanso poi di gratuite supposizioni giovi al pubblico di conoscere che la difficile trattativa e prospera risoluzione di questo affare è stata condotta in guisa da non compromettere menomamente il passato e l’avvenire della questione di diritto, la dignità delle due corti nella parte di esecuzione, gì’ interessi sotto ogni rapporto della popolazione ferrarese.»

In seguito di questa composizione se rasserenossi il cielo nelle alte regioni, e se l’iride di pace mostrò il suo aspetto benigno sul palazzo dei Cesari in Vienna e sulla torreggiante mole del Vaticano in Roma, non ne vider l’aspetto i popoli concitati eminentemente, perchè se prima l’avversione contro l’austriaco nome era fomentata dalle sette e caldeggiata sopra tutto dagli uomini che coltivavano le lettere e le scienze, dopo i fatti di Ferrara e le papali proteste quest’avversione era divenuta presso che universale. E quando le idee di tal fatta sono entrate nelle teste, non bastan più nè i bandi minacciosi nè la esplosione dei cannoni per isbarbicarle.

E questi sentimenti ostili, queste avversioni nazionali sviluppavansi in guisa tale, che ogni giorno di più facevano presagire il frutto che andavasi maturando e che do-

  1. Vedi il supplemento al n. 50 delle Notizie del giorno del 16 dicembre 1817.