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ed in rappresentanza del popolo romano il famoso Angelo Brunetti detto Ciceruacchio.

Ecco come si esprimeva la Pallade, dopo aver descritto il funebre cortèo.

«Il principato e la nobiltà romana concorsero ancor essi doppiamente alla pompa funebre, primo colla persona, quindi colle lor carrozze di gala in treno di lutto. Esse seguitavano le file militari, e con regolarissimo ordine accompagnarono alla chiesa il convoglio funerale.

» Roma che si mostrò grande, eloquente e saggia in tante giulive popolari dimostrazioni, Roma apparve sommamente sensitiva, intelligente e civile innanzi alla lugubre solennità, a cui la costrinse il prematuro tristissimo caso dell’illustre italiano Silvani

» L’ordine, il silenzio, la quiete, il rispetto, l’atteggiamento al dolore, e la composta reverenza nel numeroso funerale cortèo e nell’affollato popolo, fra il quale gravemente s’innoltrava, fu espressione eloquentissima di squisita civiltà di popolo educato nel cuore e nella mente. Tutti, come ciascuno, sentivano profondamente nell’animo che l’uomo che ploravasi spento, era danno di un popolo intero, e la cui perdita dispera di riparare.

» Quel funerale è grande lezione a principi e popoli per ben meritare della patria loro: è potente argomento del cuore e della mente di un popolo degno di alti destini ...»1

Fra le dimostrazioni festose ricorderemo una cantata pel Santo Padre scritta dal maestro Pacini sulle parole del commendator Visconti, ed eseguita il 15 decembre, ma con poco concorso, nel salone del Campidoglio.2

Fra le bellicose poi merita menzione speciale quella che si fece il giorno 10 sul Gianicolo per festeggiar la

  1. Vedi la Pallade n. 115 del 5 e 6 decembre 1847.
  2. Vedi la Pallade del 16 n. 123.