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422 | storia |
» Non dubitare (come diceva egli) che i consiglieri fossero animati da spirito di concordia; sperare che fra le spinose cure di governo la nuova istituzione gli sarebbe stata di conforto e di appoggio; ed esser persuaso della moderazione e della calma nelle loro deliberazioni affinchè fornasse ad esempio degli altri comuni. Raccomandava la scelta di buoni magistrati, e benedicendoli gli accomiatava.1»
Presentavasi il corteggio preceduto da un drappello di dragoni e di guardie civiche.
Venticinque carrozze di gala gentilmente offerte dalla romana nobiltà accoglievano i consiglieri. Eran precedute da quelle dell’eminentissimo Altieri.
Venivan quindi due vessilliferi colle bandiere di Roma e Ferrara.
Seguiva appresso immediatamente un drappello di cittadini.
Le quattordici bandiere dei rioni di Roma e quella di Bologna vedevansi frammiste alle carrozze del cardinale e dei consiglieri municipali.
Chiudeva il cortèo un altro drappello di guardie cittadine.
I balconi e le finestre eran parati a festa lungo la strada dal Quirinale alle quattro fontane, piazza Barberini, via del Tritone, via dei due Macelli, piazza di Spagna, vìa de’ Condotti, via del Corso, piazza di Venezia, piazza del Gesù, e piazza dell’Ara-coeli, per dove passò il corteggio.
Raccoltisi tutti nel sovrastante tempio, già un tempo sacro a Giove Capitolino ed ora alla Vergine santissima dedicato, assisterono alla messa e alle altre preci, alle quali faceva eco un popolo numerosissimo che a tanta festa era ivi accorso.
Discesi che furon dal tempio, il cardinale presidente insieme ai consiglieri, con la civica, la linea, ed una gran parte di popolo festoso, si recarono nel palazzo dei conser-
- ↑ Vedi il Diario di Roma del 27 novembre 1847.