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triottico cuore, mi fo un pregio indirizzarvi un nostro fratello lombardo, dimandato F. Manaretti, il quale è uscito dalle carceri di questa capitale, ove era sostenuto per la causa della libertà italiana; desso ha ricevuto di me quei conforti che i miei discreti mezzi han potato somministrargli. Ora parte da qui per recarsi in cotesta vostra dilettissima Roma. Accoglietelo dunque, giovatelo, e la gratitudine dell’universale sarà per vol.

» Quali e quante cose io sentissi per voi la mano non sa esprimerlo, il solo cuore lo sente; perciocchè visto voi all’apogèo delle patriottiche affezioni di tutto un popolo, fui spinto dalla generosa gara d’imitarvi... Fortuna fosse stata o santità della causa, al certo io ho toccato la meta; la buona popolazione napolitana mi ama.

» Ho vissuto abbastanza, io son felice. Appena sentirò la Costituzione in Roma, come si spera da tutta l’Italia, verrò ad abbracciarvi. Il conte Ferretti mi ha incaricato di salutarvi, e questa mattina lord Minto mi ha incaricato del pari: finisco perchè parte il vapore.

» Vi rimetto diversi ritratti che mi hanno regalato, mentre il primo che arrivò in Roma, si fece in caricatura.1

» Vi abbraccio al cuore.

» 1 marzo 1846

Vostro affezionatissimo fratello

Michele Viscusi

detto Ciceruacchio napolitano.


Ritornato lord Minto il 9 aprile in Roma, dopo essere riuscita a vuoto la sua missione in Napoli, fu ricevuto di nuovo dal Santo Padre. Si disse anzi che un giorno essendosi presentato al palazzo pontificio in abito più da caccia o da cavallerizzo che da udienza, monsignor maestro di camera fosse rimasto in forse sul farlo passare o no. Ma eran quelli tempi così eccezionali, da non guardare tanto pel sottile

  1. Vedi il ritratto del Viscusi nel vol. Caricature, numero 82.