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favorito era il circolo romano. In una parola deliziavasi di far parte e numero nelle baldorie festive di que’ tempi, che chiamavansi dimostrazioni, ed alle quali, stante la sua posizione sociale ed il carattere di cui era rivestito, non poteva non dare un impulso efficace e potente.

E se dicemmo che lord Minto mostrò sempre una costante predilezione per Ciceruacchio, avemmo ben ragione, perchè credendo di ravvisare in esso il degno rappresentante del popolo romano, non solo veniva onorandolo aristocraticamente col discendere fino a lui in benevoli colloqui, ma volle prima di partire per Napoli, lasciare alla sua famiglia una memoria non peritura della sua affezione regalando al suo figlio Lorenzo una copia del libro pubblicato dallo scozzese Macaulay e intitolato Lays of ancient Rome (canti dell’antica Roma), ed inscrivere sul margine del medesimo i versi seguenti in lode del padre:


(Presented by Lord Minto to Lorenzo Brunetti)
» These be but tales of the olden days.
» The patriot Bard shall now his lays
» Of charming freedom pour;
» And Rome's fair annals bid the fame
» Of Ciceruacchio's humble name
» In deathless honor soar.»


» Minto


i quali versi, voltati nell’idioma italiano dal marchese Massimo d’Azeglio, dicevano cosi:

«Sono soltanto racconti di un’età passata. Ora il poeta patriota può salutare la libertà che risorge: e gli annali di Roma spargeranno la fama dell’umile nome di Ciceruacchio cinto di gloria immortale.»

Massimo d’Azeglio.1

  1. Vedi il vol. II della Civiltà Cattolica dell’anno 1850, pag. 856.