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della rivoluzione di roma | 373 |
mente, e costituì la festa di cui abbiam parlato di sopra. Raccontò la Pallade il fatto, ma con qualche variazione di poca importanza.1
Ripiegandoci di qualche giorno indietro, dobbiam fare menzione della visita fatta dal Santo Padre ai paesi dt Albano, Aricia e Castel Gandolfo, ove fu accolto da quelle popolazioni con segni non equivoci di rispetto e di entusiastico attaccamento. Ritornato in Roma alle sei pomeridiane, compartì a un popolo numerosissimo, che attendevalo sul Quirinale, l’apostolica benedizione.2 Ed il giorno 27 recatosi a Porto d’Anzio, ne ritornò la sera stessa alle ore sette.3
Dobbiamo rammemorare un altro fatto, non importante per se stesso, ma del quale si fece molto strepito dagl’irrequieti del paese. Fin dalla metà del mese si manifestò del mal umore in città, e specialmente nei quartieri civici, per una circolare di monsignor Pila delegato di Frosinone, quasi che essa svelasse un animo ostile alla guardia civica. Il Diario di Roma però riportò la circolare, somministrò le occorrenti spiegazioni in difesa dell’ingiustamente malmenato monsignor Pila, e parve che ricomponesse in calma le teste riscaldate.4
Fra le disposizioni governative merita una speciale menzione il motu-proprio emesso dal Santo Padre il 14 di ottobre sulla Consulta di stato, il quale venne esibito in atti il giorno 15, e la sera stessa ne venne festeggiata la promulgazione, con una delle solite processioni, che dalla piazza del Popolo movendo, recossi sulla piazza del Quirinale, e quivi sostando attese e ricevette la benedizione papale, e quindi si sciolse. Erano i festeggianti mu-