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della rivoluzione di roma | 365 |
Nel medesimo giorno si stabilì d’inviare una bandiera a Gavinana, ov’è la tomba del Ferruccio. La lettera che accompagnavane l’invio, era sottoscritta dai quattordici vessilliferi dei rioni di Roma, fra i quali il Ciceruacchio.
La descrizione della presentazione della bandiera e della festa ch’ebbe luogo il 10, trovasi registrata nella Pallade.1 Il Montanelli ne parla per disteso, e riporta la lettera direttagli in tale occasione da
- Pietro Sterbini,
- Luigi Masi,
- Filippo Meucci,
- Giuseppe Del Frate,
- Mattia Montecchi,
- Terenzio Mamiani.2
Nel detto giorno, morto un tale Monsagrati zappatore civico, il quale era accettissimo agli uomini del movimento, il quarto battaglione cui apparteneva ne accompagnò la spoglia mortale al tempio.3
In comprova maggiore di quanto dicemmo in principio di questo capitolo, e come documento addizionale che la rivoluzione italiana andava apertamente a togliersi la maschera, racconteremo che il giorno 7 di ottobre vi fu una festa militare nei prati della Farnesina vicino al ponte Molle.
Era la truppa di ogni arma che manovrar doveva in quella vasta pianura, in unione alla civica. Dopo le manovre ed il bacio delle armi ebbe luogo l’affratellamento della civica e linea, che facevan di sè magnifica mostra per la bella tenuta, e quindi baci, amplessi ed evviva fragorosi, ai quali associavasi eziandio il popolo numerosissimo ch’eravi accorso. La festa somministrò uno dei più belli spettacoli, e dire il contrario, sarebbe fare onta alla verità.
- ↑ Vedi la Pallade del 16 ottobre 1847 n. 81.
- ↑ Vedi Montanelli, vol. II pag. 25 e seguenti.
- ↑ Vedi la Pallade del 6 ottobre quarta pagina.