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354 | storia |
occorse nel mese di settembre, onde sempre meglio si conosca la serie non interrotta delle feste, dei banchetti, e delle dimostrazioni che ritraevano il carattere essenziale dell’iniziato movimento, il quale però, giova ripeterlo, era già passato dal viva Pio IX ad adottare per motto viva l’Italia. Così facendo, seguivasi l’impulso che ne veniva da Livorno, da Lucca, da Firenze, e dal Piemonte, ove la rivoluzione aveva incominciato ad agire liberamente svincolandosi dalle pastoie che ritenevanla dapprima in un ambito più ristretto.
Le sere dei 9 e 24 settembre ebber luogo la seconda e la terza serata al teatro di Apollo per solennizzare l’anniversario dell’amnistia. Furonvi le solite grida di viva Pio IX, viva Gioberti e viva l’Italia.1
Giunse in Roma il giorno venti il celebre scrittore veneziano Niccolò Tommasèo.2
Il giorno ventuno Sua Santità ricevette la deputazione composta dal duca Don Marino Torlonia, dal marchese Ludovico Potenziani, e dall’avvocato Achille Gennarelli, la quale venne a congedarsi prima di partire per Bologna, ove recar doveva il busto in marmo rappresentante Sua Santità, dello scultore Pistrucci;3 ed il giorno 24 la stessa Santità Sua ricevette in udienza il conte Terenzio Mamiani.4
È pure da memorarsi come il cardinal Ferretti per accattivarsi sempre più la benevolenza e. il rispetto della truppa, recossi tanto il giorno 16 quanto il giorno 25 a far visita alla milizia pontificia, incoraggiandola alla osservanza della disciplina militare ed all’attaccamento verso la Santa Sede.5
- ↑ Vedi Contemporaneo del 6, e la Pallade, n. 53, 55 e 68.
- ↑ Vedi la Pallade. n. 63.
- ↑ Vedi il Diario di Roma, del 30 settembre. — Vedi il vol. Stampe e litografie, n. 48.
- ↑ Vedi la Pallade del 25 settembre, n. 65.
- ↑ Vedi il Diario di Roma, del 18 settembre. — Vedi la Pallade, n. 69. — Documenti vol. III. n. 60.