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in patria, ed il 3 maggio 1848, come diremo a suo luogo, trovavasi al posto del cardinale, che è quanto dire alla testa del governo pontificio.

A suo tempo diremo pure chi fosse il Perfetti, di cui si parla nella detta lettera, e quale officio ed influenza esercitasse in Roma. Intanto è bene a sapersi che il Perfetti era stato il precettore e l’amico del Mamiani.1

Dicemmo che il Mamiani giunse in Roma il giorno 11, ed ora aggiungeremo che il 12 recossi al circolo romano e a quello degli artisti.2

Il giorno 23 poi vennegli offerto un lauto banchetto dal circolo romano al casino detto il Vascello fuori la porta san Pancrazio, ove pronunziò un discorso spirante caldi sensi in favore dell’Italia e della libertà. Tutti i giornali di quel tempo ne parlarono.3

Lasciammo il principe di Canino in seno al Congresso scientifico di Venezia, accennammo le ovazioni direm quasi pazze o farnetiche che tanto a lui quanto al suo segretario Masi venner fatte in Livorno. Giunto a Venezia, parlò dotte parole sulla zoologia ch’era la sua scienza favorita,4 ma non appena ebbe compiuto il suo discorso, fu invitato dalla solerte polizia austriaca di sgomberare da quella città, lasciando in pace Venezia e le sue lagune.

Eccolo pertanto di ritorno in Roma, ove giunse il giorno 20 settembre, e recossi di volo al palazzo pontificio per ossequiare al cardinale Ferretti. Trova nella sala di monsignor Medici di Ottaiano maestro di camera di Nostro Signore, il Giornale di Roma ove legge la disapprovazione del cardinal Ferretti pei fatti del 7 e 8 in Roma, nei quali aveva esso Canino avuto una parte principale, e preso da subito sdegno, imbrattò il foglio con una impertinente

  1. Vedi il Gigliucci, vol. II, pagina 55.
  2. Vedi la Pallade, n. 57.
  3. Vedilo riportato fra i suoi Scritti politici alla pag. 53.
  4. Vedi il suo discorso nell’apertura del Congresso scientifico fra i Documenti, vol. III, n. 59 e 60.