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tata venne scritta dal maestro Buzzi sulle parole di Filippo Meucci. Si cantò in fine anche un inno italiano. Vi furono applausi immensi, e grida di viva la civica pontificia, viva la civica toscana, viva il granduca di Toscana, ed anche il duca di Lucca, il circolo romano fece aprire alcuni palchi a guisa di barcaccia. V’intervennero, fra gli altri, tre dei capi popolani, cioè Ciceruacchio, il Carbonaretto, e Girolametto dei Monti.1

La sera del 7 vennero inaugurati nel caffè delle Belle Arti i busti di Pio IX e di Vincenzo Gioberti,2 ed in quella occasione il Canino, il Macbean ed il Galletti, tutti e tre in uniforme civico, con una turba di giovani che li seguivano, e percorrendo la via del Corso, si recarono alla residenza del ministro di Toscana Bargagli e del ministro di Sardegna Pareto. E fu altresì in quella occasione che per la prima volta s’intesero apertamente le grida: viva l’Italia.

Il Galletti arrestato per questo fatto, venne rilasciato poco dopo in libertà. S’instruì un processo contro tutti e tre, che può leggersi in un volume che fa parte della nostra raccolta.3

Il principe di Canino partì subito dopo alla volta di Livorno, in compagnia del suo segretario Masi, per il Congresso degli scienziati in Venezia.

Il giorno 8 il Santo Padre recossi secondo il solito alla chiesa di santa Maria del Popolo, nella quale occasione la civica guarniva il Corso. Le iscrizioni al caffè nuovo erano del professore Orioli.

Sulla piazza del Popolo dalla parte più vicina al Tevere era situato il trono per Sua Santità, coperto al di sopra da una immensa tenda. Da quel luogo compartì

  1. Vedi il libretto nel vol. III. Documenti n. 32. — Vedi il Programma n. 57. — Vedi la Pallade n. 53.
  2. Vedi la Pallade n. 54,
  3. Vedi il volume intitolato: Processo contro Galletti, Montecchi ec. e contro il principe di Canino, Bartolommeo Galletti, Macbean, ec.