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in foglio, che fu uno dei più importanti e più ricchi di notizie della romana rivoluzione, il quale veniva considerato siccome il giornale del conte Mamiani. Associaronsi al medesimo per sostenerlo:

L’avvocato Cattabeni
Leopoldo Spini                          nominati di sopra,
Michelangelo Pinto

Michele Mannucci toscano e Filippo Caucci di paese incognito. Detto giornale però fu ben lungi dal conservare la moderazione della Bilancia.

Si diè in luce ancora il 16 marzo 1847 il Commercio, in foglio, di Vittorio Pascoli di Ravenna, che fece seguito al Banditore, di cui non si ebbe che un sol numero del 15 decembre 1846.

Il Popolare cominciò a pubblicarsi il 15 marzo 1847. N’era direttore il romano Emilio Malvolti, e secondo la Pallade di Gerardi, ne furono fondatori:

Monsignor Gazòla parmigiano o piacentino.

Federico Torre
Luigi Masi                          nominati di sopra.
Luciano Scarabelli

Il medesimo giornale non visse che otto mesi.

La Donna italiana, giornale in foglio, vide la luce nell’aprile del 1848 sotto la direzione di Cesare Bordiga romagnolo, e non durò che poco più di due mesi.

Ma la Pallade che venne in luce il 16 giugno 1847, fu il giornale più popolare di tutti e più diffuso, per il modico prezzo, per il comodo formato in-4, e perchè si affiggeva per le pubbliche strade. Esso era di sua natura umoristico o scherzevole, e romanescamente dicevasi pettegolo. Esso terminò il 22 giugno 1849, abbracciando nientemeno che cinquecento sessanta tre numeri. I primi direttori del medesimo furono il romano Giuseppe Checchetelli ed il romagnolo avvocato Edoardo Teodorani. Quindi venne sotto la direzione di Filippo Meucci, e durante la repubblica, sotto quella del sopramenzionato